Rurability

Secche Frasche d’ Estate

La storia che vi racconto risale al 1970, è una storia di “Assembramento” e mi è stata raccontata da mio padre. A quel tempo papà era piccolo, aveva all’incirca quattro anni e  nonostante la tenera età, si ricorda abbastanza bene il periodo “s’Argiola”. 

Ma cosa significa “Argiola”?

Riassunto in poche parole, era banalmente la trebbiatura del grano, che a differenza di oggi, che viene fatta con mietitrebbie all’avanguardia, in ogni azienda singolarmente, cinquant’anni fa non era così!

Papà mi racconta che nel periodo della trebbiatura e dello sfalcio, il paese si animava. La nostra famiglia o meglio, mio nonno (il padre di mio padre), che in paese era una delle prime persone ad avere dei mezzi agricoli quali trattore, imballatrice e mietilega, iniziava la stagione estiva con lo sfalcio dei terreni agricoli anche grazie alla mietilega. Questo macchinario si occupava di raccogliere le spighe di grano e legarle in fasci detti covoni, successivamente il proprietario del terreno avrebbe portato queste fascine a “s’Argiola” e lì sarebbe avvenuta la trebbiatura del grano.

Un grande macchinario fisso arrivava in paese e veniva piazzato in un ampio terreno, dove a turno i vari agricoltori della zona (o chi semplicemente aveva un pezzo di terreno e doveva farsi le scorte di grano per casa) avrebbero trebbiato i covoni raccolti con la mietilega e avrebbero portato a casa i sacchi di grano.

“S’Argiola” però non era solo questo, ma molto di più! Mentre ascolto questi racconti che papà ha vissuto, un po’ mi dispiaccio di non averli vissuti anch’io. Era un momento di vera e propria festa dove tutti s’ incontravano, si rideva, si scherzava, si mangiava e si beveva, (“Po is picchiettada su gonnesu ei connottu”), si sentivano le grida dei bambini che festosamente giocavano con la paglia e le donne di casa intente a preparare i pranzi, organizzati alla fine della stagione.

Ascoltare questa storia un po’ mi fa sentire del magico nell’aria di paese, di un tempo ormai passato ma che ha scandito per anni le vite dei gonnesi, una piccola comunità fondata sull’agricoltura e su tutte quelle piccole tradizioni rurali.

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