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Lavare i panni al fiume

Tra gli anni ’50 e gli anni ’60, le donne lavavano i panni al fiume, più precisamente ci si recava nella parte di fiume più vicina alla propria abitazione: nel caso della testimone si andava nel ponte vicino all’ormai ex-mattatoio. Infatti, racconta che per arrivare al fiume passava proprio di fronte al mattatoio e ricorda di aver provato molta paura e timore nel vedere l’acqua mista al sangue fuoriuscire dalle tubature della struttura. 

Una volta arrivati al fiume, portando le bagnere in testa, si cercava la pietra adeguata, che doveva essere grande e liscia, la si sistemava e si lavavano i panni. Questo procedimento avveniva circa una volta a settimana o ogni quindici giorni. In ogni caso si divideva la biancheria in due volte:

  • Una volta i panni bianchi;
  • Una volta i panni colorati.

D’estate, quando l’affluenza del fiume era minore, per quanto possibile, si cercava di spostare le pietre più superficiali in modo da far stagnare l’acqua e creare dei piccoli laghetti da utilizzare. In caso questo non fosse stato possibile, sarebbe stato necessario salire verso Perda de Pibara sino a trovare una zona con maggiore affluenza d’acqua.

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Testimonianza di Maria Concas (anni di rif. 1950-60)
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