In tempo di guerra, una parte della casa dei nonni in via Porru Bonelli era stata destinata ad albergo con il nome di “Albergo Italia”.
Tra gli ospiti vi erano alcuni ufficiali con i loro attendenti e delle famiglie di città con bambini gracili o malati che avevano bisogno di respirare l’aria buona delle nostre montagne.
Ospite occasionale anche Signor Chia, originario di Cagliari, che proprio lì conobbe la futura moglie Raffaella Saba che in quel periodo prestava servizio nell’albergo.
Molti, di passaggio, si fermavano anche solo per gustare il prosciutto che veniva sapientemente affettato da Nino Uccheddu, nipote di nonno nonché proprietario della nota Fabbrica di gazzose; molto apprezzati anche i dolci di nonna, mostaccioli e paste alla crema cotti nel forno a legna.
Nonno gestiva il bar con l’aiuto di Nazzarino Foddi a sua volta coadiuvato, dopo la morte di nonno, dai nipoti Enrico e Mariano.
Tra i frequentatori del bar vi erano tanti amici, quali l’ingegner Porcella, i fratelli Pinna, Peppino Zurru Fadiori che periodicamente, proprio in quel bar, incontrava i commercianti di cavalli e, per l’occasione, si preoccupava di rendere il locale più accogliente portando dei bellissimi mazzi di rose.
Il bar era un punto di riferimento per i mediadores (persone che venivano da fuori per la compravendita di prodotti agricoli e di animali) e per alcuni bravi artigiani come i fratelli Spina e i Sardu (famosi per i coltelli e per gli utensili per l’agricoltura come falci, asce e roncole).
Negli anni cinquanta, con l’acquisto di un televisore, il bar accoglieva anche qualche famiglia per la gioia di noi bambini che, oltre a vedere le trasmissioni di Mario Riva e di Mike Bongiorno, potevamo gustare i cioccolati a forma di banana che nonno puntualmente ci regalava.
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MY GRANDMOTHER’S HOUSE – ALBERGO ITALIA
During war time, a portion of my grandparent’s house in Porru Bonelli street was opened as a hotel named Albergo Italia.
Some of the guests were officers with their attendats and families from the city whose kids were weak or sick and in need of breathing our mountains’ air.
Mister Chia, born in Cagliari, was one of the occasional guetsh and it was right there that he met his future wife, Raffaella Saba who in that period worken in the hotel.
Many people, passing by, mostly stopped to taste the ham that was wisely sliced by Nino Uccheddu, my grandfather’s nephew and owner of the famous soda factory; my grandmother’s cream pastries and mostaccioli (local typical sweets), cooked in the wood oven, were also highly appreciated.
My grandfather run the bar with the help of Nazzarino Foddi, who was assisted, after my grandfather passed away, by his nephews Enrico and Mariano.
Among the visitors of the bar there were a lot of friends like the engineer Porcella, the Pinna brothers, Peppino Zurru knows as “Fadiori” who, sometimes, in that same bar, met the horse traders and for the occasion he managed to make the place more welcoming with beautiful bouquets of roses.
The bar was a landmark also for the so called “mediadores” (lit. mediators) who came from outside the town for trading agricoltural products and animals, and also for some amazing craftsmen like Spina and Sardu brothers who were popular for their knives, but also for agricultural tools, the scythes, the axes and the pruning hooks. In the 50s with the purchase of a television, the bar also welcomed some families to the delight of us kids, not only we watched the Mario Riva and Mike Bongiorno tv programs but we also enjoyed the banana shaped chocolate candies gifted by my grandfather.
Tradotto da/Translated by Giorgia Pala