Titolo: Diabolik
Regia: Manetti Bros.
Sceneggiatura: Manetti Bros., Michelangelo La Neve
Fotografia: Francesca Amitrano
Montaggio: Francesco Maria Maneschi
Interpreti: Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Alessandro Roja, Serena Rossi, Claudia Gerini, Roberto Citran, Vanessa Scalera, Pier Giorgio Bellocchio, Stefano Pesce, Massimo Triggiani, Daniela Piperno, Antonino Iuorio, Davide Devenuto
Durata: 133′
Colonna sonora: Pivio e Aldo De Scalzi
Distribuzione: 01 Distribution
Origine/Anno: Italia, 2021
Il 16 dicembre 2021 è finalmente uscito nei cinema un film particolarmente atteso: Diabolik, di Antonio e Marco Manetti, meglio noti come Manetti Bros. La pellicola è l’adattamento cinematografico dell’omonimo fumetto creato da Angela e Luciana Giussani e si incentra sul primo e fatidico incontro tra il celebre ladro e la sua compagna e complice Eva Kant, avvenuto nel terzo albo della serie originale, L’arresto di Diabolik (pubblicato nel 1963 dalla loro casa editrice Astorina, diretta oggi da Mario Gomboli). Si tratta della seconda trasposizione cinematografica per il personaggio, dopo il film omonimo del 1968 diretto da Mario Bava.
Lo stesso Mario Gomboli ha illustrato in conferenza stampa le ragioni che l’hanno portato a rifiutare negli anni una lunga serie di progetti, accettando invece con entusiasmo il soggetto e la visione dei Manetti, impegnati a sognare da anni la loro personale versione cinematografica del primo, grande fumetto nero all’italiana.
Dunque, sia per la ritrosia di Gomboli sia per la presenza di un precedente adattamento diretto da un vero e proprio mostro sacro del cinema italiano, le aspettative erano piuttosto alte, e la pellicola sembra aver letteralmente diviso la critica.
Il periodo in cui il film è ambientato è ricostruito minuziosamente nei costumi, nelle acconciature, nella scenografia e nelle scene girate in esterna e negli interni, ma soprattutto viene ricalcato lo stile in cui venivano girate le pellicole di genere dell’epoca. Ecco quindi rivivere atmosfere simili e dialoghi serrati, con metodologie interpretative di allora, anche se, da questo punto di vista, la sceneggiatura risulta a tratti eccessivamente didascalica e ripetitiva. Insomma, gli anni 60’ e il cinema di quel periodo rivivono in ogni fotogramma di questa pellicola. È dunque evidente la volontà dei Manetti Bros. di omaggiare il lavoro di Bava, anche se la loro opera manca di quel qualcosa che ha reso il Diabolik del celebre regista una vera e propria icona pop della storia del cinema.
Il ritmo del film è lento e compassato, la fotografia risulta spesso assai scura, le scene sembrano tagliate a misura degli albi originali in formato tascabile, i personaggi sono ben caratterizzati ed in linea con gli omologhi cartacei. Di certo lo spirito originario dell’opera è stato, per quanto possibile, mantenuto, anche se in una storia del genere ci si sarebbe forse aspettati un ritmo più incalzante che agevolasse la fruibilità generale di tutto il narrato. Una menzione particolare va data alla colonna sonora, ad opera di Pivio e Aldo De Scalzi e corredata da due singoli inediti di Manuel Agnelli, attenta e glaciale che va perfettamente ad incastrarsi e posizionarsi nello stile e nel tessuto narrativo, ma che soprattutto è capace di tracciare l’evoluzione psicologica del protagonista nel corso della storia, trasmettendo di volta in volta sensazioni di vittoria, suspense, frustrazione, liberazione.
Particolarmente interessanti e riuscite sono le interpretazioni dei due protagonisti: Luca Marinelli risulta davvero abile nell’entrare nei panni di un personaggio freddo e spietato, e Miriam Leone tratteggia alla perfezione la figura della complice/amante, una “femme fatale” consapevole del suo potere seduttivo e delle sue capacità. Meno riuscita è invece l’interpretazione di Valerio Mastandrea dell’ispettore Ginko, privo di quella verve che gli si addirebbe, mentre poco convincente appare quella di Serena Rossi della moglie inconsapevole di Diabolik.
Come già accennato, la critica ha espresso pareri assai discordanti su questa pellicola: alcuni hanno lodato le interpretazioni dei protagonisti, mentre altri ne hanno criticato la recitazione e hanno evidenziato una scarsa somiglianza rispetto ai personaggi del fumetto. Inoltre, il ritmo generale del film è stato giudicato da alcuni eccessivamente lento ed accompagnato da una regia ritenuta a tratti pesante e priva di energia.
In conclusione, i Manetti Bros. hanno saputo creare un prodotto interessante e curato, che riesce nel complesso a riportare sul grande schermo lo spirito del fumetto originale.