Da metà ‘800, la famiglia Cabitza abitò a Gonnos e diede grande lustro alla nostra cittadina.
Antonio Cabitza fu Direttore della Clinica Ortopedica dell’Università di Cagliari e fondatore dell’Ospedale Marino. Gerolamo, padre del professore, fu uno stimato medico del paese per oltre trent’anni. Al sacerdote, “Monsignor” Salvatore Cabitza, si deve l’ideazione e il compimento della chiesa Sacro Cuore .
Madre Ildegarde Cabitza è stata una figura straordinaria che, per sapienza, cultura, profondità spirituale andrebbe annoverata tra i personaggi sardi più importanti del ‘900, ma che a differenza del padre Gerolamo, del fratello Antonio e dello zio Salvatore non ha lasciato particolare memoria nel paese.
Nasce a Gonnosfanadiga nel 1905: “la chiamavano tutti Nilda, era una bella ragazza, dotata di vivace intelligenza e di un fervido attivismo spirituale. A Gonnosfanadiga, -riferisce Barbarina S.- fondò il Circolo della gioventù femminile, nei suoi ideali era il rinnovamento spirituale per la formazione di una nuova società cristiana. Con questo spirito attirò a sé un gran numero di ragazze della comunità e, anche dopo la sua partenza a Roma, non perse mai i contatti con le amiche del paese”.
Dopo la licenza liceale si iscrive all’Università di Roma nella Facoltà di Lettere.
Si laurea brillantemente nel 1926 e prosegue gli studi presso la Scuola Diocesana Superiore di Cultura Religiosa e, in quegli anni, matura l’idea di consacrarsi a Dio.
Convinta dell’importanza degli studi per la propria formazione spirituale, si iscrive alla Facoltà di Filosofia. Nel paese non tornerà più.
Con i genitori, solo rapporti epistolari nei quali comunica la decisione presa: farsi monaca. Nel 1930, fa il suo ingresso nel monastero Benedettino di Eboli.
Alcuni mesi dopo viene inviata a Sorrento con altre due novizie per ridare vita al monastero S. Paolo, ormai decadente per struttura e numero di vocazioni. Lì inizia il suo progetto di “costruzione” e ben presto la comunità monastica riprende vigore.
L’anno successivo consegue la seconda laurea con una tesi sul valore pedagogico della regola di San Benedetto e, il 13 gennaio 1932, fa la sua professione monastica prendendo il nome di Maria Ildegarde.
Nel 1942 la Santa Sede la invia come Abbadessa all’antico monastero di Rosano, fondato nel 780 presso Firenze. In una delle sue lettere scriveva: “te lo puoi immaginare un vecchio, immenso Monastero che aspetta di riprender vita e dove tutto è da rifare, non materialmente, ma spiritualmente e intellettualmente? Il posto è molto bello e il Monastero pure… c’è un lavoro immenso da fare…, ma sono serena e intimamente piena di pace.”
Con serenità e pace, insieme alle consorelle, riforma uno dei monasteri benedettini più antichi d’Europa e si adopera per restaurarlo ancora, dopo che i bombardamenti del ‘42 lo danneggiarono. Attua anche un rinnovamento spirituale autentico della vita religiosa femminile, creando un modello di società cristiana che ha reso il monastero di Rosano tra i più fiorenti dell’ordine: esercizi spirituali, studi intensi e lavoro continuo in perfetta osservanza della regola benedettina.
Tra le sue numerose opere, un epistolario con toccanti lettere alla famiglia, una via crucis, articoli e meditazioni.
Muore nel monastero di Rosano in concetto di santità il 28 agosto 1959, a soli 54 anni.
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Mother Maria Ildegarde Cabitza -“From Gonnosfanadiga to SS.ma Annunziata di Rosano Abbey”
In the middle of 80s, Cabitza’s family lived in Gonnos and gave the town a lot of importance. Antonio Cabitza was the Orthopaedic director of the University of Cagliari and founder of Marino Hospital. Gerolamo, Antonio teacher’s father, was an estimate doctor in the town for 30 years, another important personality of this family was Father Salvatore Cabitza, the creator of the Sacro Cuore’s church.
Mother Ildegarde was an extraordinary figure, who was important for her sapience, culture, and deep spiritual. She needed to be recognized as one of the most important Sardinian personality in ‘900, but unlike her father Gerolamo, her brother Antonio and her uncle Zio Salvatore, she is not remembered in the town.
She was born in 1905: “everyone called her Nilda, a beautiful girl, very smart and with a strong spiritual activism. In Gonnosfanadiga- said Barbarina S.- she set up a “Circolo della gioventù femminile”. Starting point was a renovation and creation of a new Christian society. This idea had a lot of girl followers also after moving in Rome, she never forgot her friends.”
After her high school’s graduation, she went to study literature at the Rome University. She finally received her degree in 1926 and continued her studies in a Diocesana Superiore di Cultura e Religiosa school, in this last years she decided to answer to the God’s call.
She understood her spiritual’s studies importance, for this reason she also studied philosophy. She will never come back to the town.
With her parents she only had epistolary relationship, where she communicated her life decision be a monk. In 1930 she came to Benedettino monastery in Eboli.
She moved to Sorreto with some monks to restore S. Paolo monastery, which was old and with few vocations. There started her project to create a new monastery community.
One years later she received her 2nd degree with her pedagogical value of saint benedict’s rules thesis and on January 13rd, 1932 she became a monk, known as Maria Ildegarde.
In 1942 the Vatican send her as Badessa in the old monastery in Rosano, founded in 780 near Florence.
In one of her letters, she wrote “can you imagine an old and big monastery, which wait to be spiritually and materially resumed? We need to work a lot, but I am not worried, I feel happy and in peace with myself.”
She felt calm and glad. Her sisters and her organised the most ancient Benedettino monastery in Europe, she wanted to improve her job every day especially after the raid strike in 1942.
She made a perfect girl monk’s renovation, creating a new kind of models in the Christianity society, who gave the Rosano’s monastery the most prosperous place in Benedettini; spirituals exercises, deeps studies, which followed the Benedettini rules.
Among her works we have many touching letters to her family, a via crucis, meditations and articles. She died at Rosano’s monastery, close to the possibility to be a saint, on August 28th, 1959. She was only 54.
Tradotto da/Translated by Martina Sardu