Quando abbiamo ideato il nostro Progetto di Solidarietà “RurAbility – La voce della gioventù rurale” ci sono venuti in mente tantissimi concetti chiave. Proviamo a declinarli via via lungo questo articolo.
Cercando di rivolgere quanto più possibile l’attenzione a tutte le anime che compongono la nostra comunità, abbiamo ideato i concorsi e siamo usciti alla ricerca delle competenze che potessero rispondere ai nostri bisogni.
Abbiamo trovato molto di più: abbiamo constatato che nel nostro territorio, dietro i servizi offerti, dietro i contributi volontari in testimonianze, dietro la partecipazione ai concorsi, c’era una grande ricchezza umana, una generosità oltre la professionalità, un senso di appartenenza, che ci ha arricchiti di un valore più profondo.
“RurAbility” è un progetto orientato a “far emergere il bello dell’esistente”. E così è stato. Le persone che hanno collaborato l’hanno fatto con un grande spirito di apertura e una forte voglia di contribuire, dedicarsi, raccogliere una sfida, superarsi, dare al paese.
SVILUPPO DI COMPETENZE
DIALOGO TRANGENERAZIONALE
CITTADINANZA ATTIVA
VALORIZZAZIONE TRADIZIONI E CULTURA RURALE
Lo abbiamo visto nell’entusiasmo e nella varietà dei loghi del Concorso “Un logo per RurAbility”, in cui Jennifer, Hillary e Dennis Floris, Luce Saiu Carta, Erica Nonnis, Rossana Piras e Martina Zurru hanno dato il proprio meglio e anche qualcosa di più.
L’abbiamo confermato col Concorso “Un racconto per RurAbility”, con i suoi 12 partecipanti – il più piccolo di 10 anni e la più grande di 79 anni – in ordine sparso: Elvira Pisanu, Marco Pinna, Giuliana Zurru, Stefano Conti, Jessica Curreli, Lorena Pilotto, Barbara Serreli, Giacomo Littera, Luisa Melis, Davide Contu, Alessio Pinna, Maria Luigia Unida. Qui, la scrittura ci ha guidato in un percorso che partiva dalle strade del paese fino a condurci dentro le persone.
Lo conferma anche la predisposizione delle nostre giurie tecniche, volontarie, disposte e curiose: Anna Laura Fara, Cinzia Campagnoni e Matteo Liscia hanno messo la loro competenza dal mondo del graphic design per il concorso per il logo, dedicando tempo e passione nel valutare gli elaborati. Andrea Pau, Mauro Melis e Valentina Concas, impegnati a più livelli nell’ambito della scrittura, dell’editoria, della comunicazione e della pedagogia, ci hanno supportato nel concorso di scrittura creativa, esponendoci con quanto gusto abbiano apprezzato gli scritti ma anche l’iniziativa in sé.
Ce lo sottolinea la grande partecipazione di concittadini di tutte le età, attraverso i quali abbiamo raccolto oltre 50 testimonianze sulla storia di Gonnos da fine ‘800 agli anni 2000. Racconti più o meno personali, affacci sulla vita del paese. Dei regali che ciascuno ha fatto a sé e agli altri.
Ancora una volta, non abbiamo dimenticato i più giovani. Collegare racconti e disegni, stimolare ancora la fantasia della nostra comunità appellandoci alle matite colorate di bambini/e dai 6 ai 12 anni, ha portato a risultati ancora migliori. E questo è stato possibile grazie alla presenza, all’attenzione delle famiglie: in 12, tra bambini e bambine, hanno partecipato lasciando che sia la collettività ad apprezzare e valutare i disegni sui social. Dalle immagini scaturiscono ancora nuovi simboli, nuovi significati, personali e condivisi.
INCLUSIONE SOCIALE E ACCESSIBILITÀ
E che dire dei nostri fornitori (anche se la parola non rende)? Se davvero si fossero solo limitati a fornirci un servizio, non sarebbe mai andata così bene. Hanno scelto di aggiungerci del loro: una passione e una dedizione che traspare nel risultato.
Giacomo Zurru e Anna Laura Fara, rispettivamente sviluppatore web e interaction designer/grafica, hanno saputo ascoltarci, capire le nostre esigenze, intercettarne altre che non sapevamo di avere. Le hanno tradotte in un sito web che ci assomiglia in tutto e per tutto e che, quasi quasi, ci rende anche più belli.
A proporre le traduzioni in inglese sono state due giovani locali:
Giorgia Pala, 27 anni, animata da una grande passione per il mondo anglosassone, che da sempre l’ha portata a studiarne lingua e cultura, attraverso un’esperienza londinese di diversi mesi, tra corsi di inglese avanzato e un tirocinio presso il London Canal Museum, ha, di recente, perfezionato il suo già alto livello. Lei è anche l’autrice di una serie di testimonianze di vita dal Centro “Mario Sogus”, risultato dell’esperienza di Servizio Civile vissuta tra 2018 e 2019.
Martina Sardu, 23 anni, di sé ci ha raccontato l’esperienza con l’inglese, che attualmente studia all’Università di Sassari. “Grazie alla mia esperienza da au pair in Scozia, posto che ha spazio nel mio cuore, non solo sono riuscita a migliorare il mio inglese ma ho scoperto che ha un’utilità strabiliante: ti aiuta ovunque ed è mezzo di dialogo per scoprire quelle culture di cui non sai la lingua. A scuola ci insegnano un inglese monotono, per questo vivere in un Paese anglofono ha cambiato il mio modo di pensare e di rapportarmi con gli altri, ed è grazie a questo che ho capito che l’inglese vissuto non è solo un’esperienza, ma una vera a proprio avventura.” Una curiosità in più su Martina: la sua grande passione è l’Asia e, difatti, studia cinese (e vorrebbe imparare coreano e giapponese). “Uno dei fattori principali che ha influito sul mio percorso è stata la dislessia, che mi ha esortato a mettere più impegno in tutto quello che facevo, soprattutto quando le persone mi dicevano che ero “limitata” nell’imparare. Per questo ho intrapreso lo studio della lingua Cinese. So che contando sulle mie forze, posso riuscire a fare tante cose, perché i limiti li conosciamo solo noi, mentre l’impegno ripaga sempre!” Questo messaggio ci fa capire con quanto entusiasmo abbia intrapreso l’avventura della traduzione per il nostro progetto ma anche quanto sia importante darsi fiducia e creare opportunità.
Entrambe si son lasciate trasportate dai testi ricevuti, cercando di rendere al meglio sensazioni e contesti che conoscono molto bene, raccogliendo la sfida, non facile, di trasmetterli in un’altra lingua.
Ci siamo rivolti a professionisti del settore per rendere disponibile il nostro lavoro anche a persone con difficoltà cognitive e non udenti. Da progetto, infatti, avevamo previsto di creare delle video traduzioni in Lingua dei Segni (LIS) e delle schede in Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA).
Anche in questo caso, il servizio fornito è andato ben oltre la professionalità.
Giovanni Pinna, nostro compaesano, ci ha raccontato il lavoro con la sua azienda Sit Sardegna: “è stata una sfida fin da subito, dal lontano 2009 quando abbiamo iniziato a sviluppare il nostro software Vedo ADCSystem con controllo oculare. La sfida, poi, si è rinnovata lo scorso anno 2020, in piena pandemia, quando abbiamo confermato l’attivazione di quell’area della nostra attività, che si occupa di disabilità e comunicazione, aggiungendo un nuovo pilastro: Felicitous. La piattaforma, unica nel suo genere per la sua offerta, che offre vari canali di crescita sfruttando ciò che ogni persona ama fare: divertirsi. Per DSA, BES, Autismo e così via, ma anche per la didattica ed attività ludiche potendo sfruttare ed interfacciarsi anche con le ultime tecnologie identificate nei robot umanoidi. Il nostro punto forte, che ci viene riconosciuto: essere come un vestito creato su misura, non un’offerta cristallizzatasi nel tempo e chiusa nella sua forma originaria.“
E il nostro vestito su misura, per l’appunto, lo trovate scaricabile in PDF all’interno del link di ognuno dei racconti del “Percorso narrativo”. A confermare con quanta forza il nostro progetto abbia coinvolto chi ha collaborato, l’azienda di Giovanni ha voluto farci una bella sorpresa. É intervenuta dove noi, con il nostro budget, non siamo arrivati, regalandoci 12 schede, corrispondenti ai racconti, stampabili in rilievo, in BRAILLE, che rendono il nostro progetto accessibile anche ai non vedenti.
Per la LIS abbiamo incontrato la grande disponibilità di Laura dell’Associazione Mariposas de Sardinia, impegnata nella valorizzazione del Sud Sardegna e, in particolare, della Marmilla, e molto attiva sui temi della sostenibilità e dell’accessibilità in ambito turistico. Lei, esperta in LIS, collabora con enti e cooperative che si occupano di queste tematiche. Ci ha saputo consigliare e introdotto a due professioniste che facevano al caso nostro: Luciana Ledda e Francesca Marchionne. Sono loro ad occuparsi della realizzazione delle video-traduzioni dei 12 racconti in Lingua dei Segni, anche queste disponibili all’interno delle pagine dei singoli racconti.
Un ulteriore nostro sogno, fuori progetto, è quello di ampliare le traduzioni dei racconti anche in lingua sarda, nella variante campidanese. Per farlo, ci avvaliamo del contributo volontario di alcuni/e ex allievi/e del Corso di Sardo, erogato dall’insegnante Alessandro Biolla, nel 2021 e nelle edizioni precedenti per utenti di Gonnosfanadiga e finanziato dalla Regione Sardegna. Tra questi, Andrea Pau e alcune socie G_elevato2 che hanno frequentato il corso.
L’ultimo passo sarà quello di appendere i cartelli riportanti i QR code, che saranno sistemati in corrispondenza dei luoghi di Gonnos relativi a specifiche testimonianze e racconti. Scansionati con dispositivi mobili, i codici renderanno disponibili i contenuti creati nel contesto del progetto. Ciò che chiamiamo “Percorso narrativo” e che presto, da virtuale, avrà anche una consistenza tangibile.
GIOVANI ATTORI DELLA COMUNITÀ
APPRENDIMENTO NON FORMALE
SCRITTURA CREATIVA
INFORMAZIONE POSITIVA
CRESCITA IN DIGITALE
CITTADINANZA EUROPEA
In ultimo, motore del progetto è stato il lavoro incredibile di coordinamento, animazione, ideazione ed erogazione delle attività da parte di tutta l’Associazione G_elevato2 e, in particolare, dei e delle giovani under 30 promotori e promotrici del progetto. Organizzati/e in gruppi operativi – redazione, comunicazione social e grafiche, concorsi, raccolta e scrittura di testimonianze, ecc. – ognuno/a ha dato il proprio contributo, ha imparato e sperimentato.
Tra le attività: intervistare e scrivere articoli, realizzare e montare video, caricarli su Youtube e valorizzarli sui Social, scrivere e riempire di contenuti un sito web, redigere bandi, far parte di una giuria, partecipare ad eventi di networking a livello europeo e alla formazione relativa al Programma, ecc.), spendendosi per la causa, credendoci e interiorizzando i valori promossi dall’Europa in favore dei giovani, incardinati, in particolare, nel Programma del Corpo Europeo di Solidarietà!
Abbiamo avuto la sensazione di crescere insieme.
Per questo, l’ultima parola, per tutto ciò che è stato finora e per quello che presto sarà, non può che essere questa: